Nel clima italiano la situazione sullo stato della cannabis è abbastanza confusa e controversa, in questo articolo cercheremo di illustrarvi nel dettaglio tutte le norme in vigore relative alla marijuana pura, cannabis legale e semi da collezione.
La cannabis in Italia è legale?
Attualmente in Italia, la legge in vigore che regola i limiti legali della produzione, commercializzazione e consumo della marijuana è la n.242/2016. La disposizione legislativa sancisce la libera circolazione dell‘erba legale, ovvero di una modificazione genetica della cannabis sativa che presenti concentrazioni di THC (tetraidrocannabinolo) dallo 0,2% alla soglia massima tollerata di 0,6%. Altro importante aspetto della legge n.242/2016 è la conferma ufficiale della libera compravendita di marijuana light e dei suoi derivati, comprese le confezioni di infiorescenze, acquistabili liberamente nei grow-shop e rivenditori vari. Il punto di forza del decreto legge è che il provvedimento è stato approvato e ufficializzato con l’obiettivo di far ritornare in Italia la coltivazione di canapa industriale, che dal lontano 1970 vanta una tradizione secolare. La regolamentazione è perciò uno stimolo alla coltivazione industriale di piante con elevate qualità benefiche e dagli impieghi molteplici a favore dell’economia italiana. La legge non si pronuncia sull’uso ricreativo della cannabis e CBD, mentre consente di coltivare semi di cannabis, una scelta finalizzata alla produzione di fibre tessili ad uso esclusivamente industriale, con l’obbligo di certificazione, tracciamento e una valore limite di THC compreso tra 0,2% e 0,5%. Le piante di cannabis contengono diversi cannabinoidi e i due principali sono:
-
THC (tetraidrocannabinolo), da cui dipende l’effetto psicoattivo, il quale risulta legale se i valori in percentuale rimangono inferiori allo 0,5%.
-
CBD, un principio attivo che non ha effetti psicoattivi e non provoca nessuna sensazione di sballo, ma ha importanti benefici per il nostro organismo sia dal punto di vista fisico che mentale. I principali vantaggi attribuiti e riconosciuti al CBD sono: proprietà ansiolitiche, analgesiche, anti-psicotiche, rilassanti, anti-ossidanti e neuroprotettive.
Qual è il limite di marijuana per uso personale?
In Italia, dal profilo legale il fattore determinante è la quantità della sostanza detenuta, il quantitativo massimo di marijuana per essere considerato per uso personale è di 5 grammi, nello specifico il valore del THC deve essere inferiore a 1-1,5 grammi. Il possesso di droga in Italia nelle quantità previste dalle disposizioni legislative non rappresenta un reato penale ma un illecito amministrativo. Nel caso della cannabis light tracciata e certificata, con i valori nei limiti di concentrazione stabiliti dalla norma, il consumatore non è punibile. Testualmente la legge afferma: Non potrà essere punibile (ex-Art.73) il consumatore in possesso di cannabis light, in quanto il soggetto fruisce liberamente di un bene lecito, il quale rientra nei limiti massimi dello 0,5% di THC, la soglia sotto la quale la cannabis non ha effetti psicotropi rilevanti giuridicamente ai sensi del DPR n.309/1990.
È consentito l’uso di cannabis terapeutica in Italia senza prescrizione?
La cannabis ad uso terapeutico in Italia è perfettamente legale dal 2006. Dal 2016, il Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero della Difesa ha iniziato la produzione di cannabis terapeutica nello stabilimento Chimico-Farmaceutico-Militare di Firenze. Il prodotto contiene THC dal 5%-8% e CBD dal 7,5%-12%. La cannabis ad uso terapeutico viene venduta esclusivamente nelle farmacie dietro presentazione di prescrizione medica. Dal 2018 nello stabilimento di Firenze viene prodotta una nuova tipologia denominata: Cannabis FM 1, caratterizzata da THC dal 13%-20% con CBD inferiore all’1%. Questa tipologia di marijuana è una varietà che viene prescritta molto frequentemente dai medici, in quanto risulta incredibilmente efficace per numerosi trattamenti terapeutici, in particolare per le specifiche patologie sotto indicate:
- Dolori cronici
- Spasmi muscolari
- Sclerosi multipla
- Lesioni al midollo spinale
- Effetti collaterali causati da chemioterapia, radioterapia e terapie HIV
- Riduzione movimenti involontari sia facciali che del corpo
- Sindrome di Tourette
- Patologie neurologiche e neurodegenerative
- Patologie oncologiche
- Patologie gastro-intestinali
- Disturbi della psiche
- Patologie Reumatologiche
- Patologie ginecologiche
- Patologie muscolo-scheletriche
- Stimolanti per pazienti con disturbi alimentari.
La coltivazione di semi di cannabis in Italia è legale?
La coltivazione di semi di marijuana per esclusivo uso personale, rappresenta un reato, se la pianta di cannabis contiene THC. La detenzione e il possesso di semi o piante prive di principio attivo non costituisce un reato, perciò l’acquisto dei semi in piattaforme come la nostra è una pratica totalmente conforme con la legge. La percentuale di principio attivo di THC nelle infiorescenze deve essere compresa tra lo 0,2% e 0,5% (con tolleranza massima dello 0,6%). La coltivazione domestica di poche piante non è considerata un reato se non sussiste il rischio per la salute pubblica. Per meglio comprendere la disposizione di legge, la rilevanza penale della condotta del coltivatore domestico è ancorata al grado di rischio per la salute pubblica e alla contribuzione del mercato illegale degli stupefacenti. Con la sentenza n.20238/2022 la Corte di Cassazione ribadisce così l’orientamento nomofilattico espresso nel 2020, ovvero che se le piante di cannabis hanno superato il grado di maturazione, e quindi la soglia di capacità drogante, ai fini penali la rilevanza è l’accertamento dell’eventualità di immissione sul mercato illegale della droga, con il conseguente rischio per la salute pubblica. Altro indice importante ai fini dell’accertamento è la produzione di modeste quantità senza la finalità di cessione a terzi, in quanto il principio attivo ricavabile è esiguo e ottenuto con mezzi rudimentali ad uso esclusivamente personale. La Corte di Cassazione ne riconosce l’irrilevanza penale, anzi si è persino espressa in modo favorevole, in quanto ritiene che contribuisca al decremento della cannabis sul mercato illegale della droga.