Una Pianta di Cannabis quanto produce?

Illustrazione di: Quanto produce una pianta di cannabis?

Rispondere in modo diretto alla domanda “quanto produce una pianta di marijuana” non è semplice, in quanto sono diversi i fattori coinvolti nel quantitativo prodotto da una pianta di marijuana, i quali sono principalmente ereditati dalla tipologia, origine genetica e tecnica di coltivazione utilizzata durante la sua crescita. Tuttavia, se prendiamo come punto di riferimento le centinaia di genetiche di semi di cannabis presenti all’interno del nostro catalogo, possiamo affermare che il quantitativo di produzione standard per una pianta di cannabis parte dai 30 grammi fino ad un chilogrammo.

Quali sono i fattori determinanti nella produzione di Cannabis?

Semi Piante Cannabis Di Grandi Dimensioni

I fattori che determinano il quantitativo di erba che una genetica è in grado di produrre sono molteplici, per cui è fondamentale per un coltivatore alle prime armi conoscerli alla perfezione, poiché cruciali durante la crescita e lo sviluppo. Conoscere queste strategie è utile anche per i coltivatori esperti, così da poter ottimizzare lo sviluppo di ciascuna genetica ed ottenere il massimo da ogni pianta.

Tipologia: cannabis sativa o dominante?

La scelta della tipologia può variare la resa di una pianta di marijuana. Numerosi studi hanno dimostrato che una pianta indica dominante tende a crescere più rapidamente rispetto ad una sativa dominante. Una caratteristica dovuta tipicamente alla composizione genetica che risulta più completa, e di conseguenza la resa finale è maggiore.

Genetica: autofiorente o femminizzata?

Cannabis autofiorente

La cannabis autofiorente nasce dall’ibridazione e dall’incrocio delle varietà fotoperiodiche di indica o sativa con uno strain di Ruderalis. Queste genetiche automatizzate sono originarie della zona meridionale della Siberia e sono abituate a sopportare climi molto rigidi e dalla luce ridotta.

Cannabis femminizzata

La cannabis femminizzata è studiata per uno sviluppo esclusivo di esemplari femmina. Questa tipologia di genetica è fondamentalmente prodotta dall’incrocio di due piante femmina. In media le piante femminizzate possiedono una resa maggiore rispetto alle autofiorenti.

Composizione del terreno, sostanze nutritive e luce

Illustrazione relativa al terreno, sostanze nutritive e luce di una pianta di cannabis

La scelta del terreno, delle relative sostanze nutritive e la tipologia di coltivazione Indoor/Outdoor sono fondamentali dal punto di vista produttivo, poiché se applicate le strategie corrette si ha maggiore possibilità di ottenere la dimensione ideale da ogni pianta, peculiarità spesso associata ad una resa e qualità della marijuana superiore. La luce ricopre un ruolo importante, poiché un utilizzo corretto della fotosintesi o delle lampade a led garantiscono alla pianta uno sviluppo naturale. Il terreno invece gioca un ruolo primario, ai fini della resa la scelta del substrato o terriccio è essenziale, tuttavia, non sono da trascurare nemmeno il clima e l’ambiente di coltivazione. Secondo il parere di autorevoli coltivatori, bisogna utilizzare terrici naturali e dalla qualità certificata, la cui consistenza deve essere leggera e ariosa, con una struttura poco densa, in quanto facilita lo sviluppo omogeneo dell’apparato radicale, permettendo all’ossigeno di raggiungere facilmente le radici. Inoltre, il terreno deve avere una buona capacità drenante, in perfetto equilibrio con la ritenzione idrica. Il pH, il quale indica il valore dell’alcalinità e l’ acidità del terreno, è di vitale importanza  per la produttività o vitalità delle piante di cannabis, in quanto crescono solamente in un determinato intervallo di pH che si aggira attorno al 6. Livelli di pH tra il 5,8 e il 6,3 sono tollerabili, ma se il valore pH si allontana troppo da queste percentuali, sicuramente le rese saranno inferiori e in alcuni casi le piante possono anche morire. In aggiunta, il terriccio certificato per la cannabis è già tarato per il corretto sviluppo della pianta ed è composto da un mix di elementi stabili e testati. Gli elementi necessari alla coltivazione della marijuana sono essenzialmente due:

  • Macronutrienti: azoto, fosforo e potassio.
  • Micronutrienti: calcio, ferro, magnesio e zinco.

Coltivazione al chiuso (Indoor) o all’aperto (Outdoor)?

Illustrazione coltivazione semi di cannabis e marijuana Indoor o Outdoor

Coltivazione Indoor

In questa tipologia di coltivazione al chiuso e dagli spazi limitati, le piante sono di piccole dimensioni e si aggirano ad un’altezza media di 90-100 centimetri circa, e sono consigliabili ai coltivatori alle prime armi, in quanto sono più facili da controllare e hanno meno necessità di acqua e sostanze nutritive. Nell’Indoor la luce gioca un ruolo fondamentale per la crescita e il rendimento della pianta, secondo gli esperti, attualmente, le lampade a led sono le migliori per avere prestazioni straordinarie, queste possono essere usate con un wattaggio molto basso, così da evitare spiacevoli eventi di surriscaldamento. La dimensione del vaso o recipiente utilizzato contribuisce alla redditività della pianta, poiché in grado di stimolarne la crescita, in quanto se capienti e abbondanti questi permettono alle radici di espandersi tranquillamente (motivo per il quale consigliamo un vaso e recipiente da 10/12 litri).

Coltivazione Outdoor

Con la coltivazione all’aperto lo scenario cambia radicalmente, le piante di cannabis avranno più spazio e luce, nelle condizioni ottimali permettono un notevole incremento nella produttività finale. Nella tecnica Outdoor, non essendoci problemi di spazio, consigliamo di utilizzare recipienti o vasi capienti di almeno 25/30 litri, in modo che le piante crescano in completa libertà, così da raggiungere dimensioni di oltre 150-200 cm. Naturalmente, la grandezza del recipiente stimola lo sviluppo, la crescita della pianta e favorisce un’espansione libera delle radici, ma non è sinonimo di una buona o cattiva resa, gli aspetti di fondamentale importanza sono la luce e la somministrazione di sostanze nutritive di qualità. Inoltre, le piante autofiorenti crescono più velocemente rispetto alle fotoperiodiche.

In conclusione, come evidenziato nell’articolo, la produttività di una pianta di cannabis non è un dato matematico, oggettivo e certo, ma se seguite le strategie corrette sarete in grado di ottenere il massimo da ognuna delle vostre genetiche.

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